SOLO: il suo ritorno psichedelico con “Don't shoot the piano player (it's all in your head)”, il nuovo singolo tra Beatles e Syd Barrett
Pubblicato da saiuz in Comunicati stampa · 25 Febbraio 2021
Dopo le sperimentazioni elektronische di “Stati emozionali” (lanciato
in anteprima esclusiva sul magazine internazionale It’s Psychedelic
Baby e trasmesso all’interno della trasmissione Battiti su Rai Radio 3),
torna SOLO con un nuovo singolo che, dagli anni ’50 del precedente
lavoro, lo trasporta verso la psichedelia 60’s: “Don't shoot the piano
player (it's all in your head)”.
«Sono sempre stato un fan della psichedelia della seconda metà
degli anni ’60, principalmente anglosassone: quei suoni e quelle
atmosfere fuori dagli schemi mi hanno sempre affascinato. È stato del
tutto naturale, quindi, scrivere un brano ispirandomi a quelle sonorità,
implementando il “fattore psichedelia” aggiungendo una spazializzazione
di tipo binaurale, in modo che i suoni non passassero solo da destra a
sinistra (e viceversa) ma avvolgessero totalmente l’ascoltatore».
Le fonti di ispirazione per la stesura di “Don't shoot the piano
player (it's all in your head)” sono da ricercare tanto nei Beatles di
“Revolver” quanto nei Pink Floyd di “The Piper at the Gates of Dawn”,
fino ai Rolling Stones della svolta psichedelica.
«La prima band a cui ho pensato, quando ho scritto “Don't shoot
the piano player (it's all in your head)” sono stati, di sicuro, i
Rolling Stones di “Their Satanic Majesties Request”, album che adoro e
che, in adolescenza, ho consumato: per me il punto più alto della loro
carriera, checché ne dicano i detrattori. Man mano, ho iniziato a
inserire sempre più elementi psichedelici che hanno, poi, portato il
lavoro verso una direzione più vicina al marasma sonoro di “Tomorrow
never knows” dei Beatles, anche se la fonte di ispirazione iniziale, per
quanto riguarda questo lavoro di effettistica, sono stati i tremolo
sparsi all’interno del brano “Mangiafuoco”, di Edoardo Bennato».
“Don't shoot the piano player (it's all in your head)” prende spunto
da un immaginario surreale dove, ai suoni classici, si sovrappongono
effetti sonori che destabilizzano l’ascoltatore, proiettandolo in un
mondo psicotico:
«A differenza di “Tomorrow never knows”, dove i suoni utilizzati
dai Beatles erano dei campioni preregistrati, modificati per
l’occasione, in “Don't shoot the piano player (it's all in your head)”
ho voluto mantenere un approccio più “live”: tutti i suoni presenti nel
brano sono, infatti, registrati a partire da una chitarra. Mi sono
divertito a ricreare suoni peculiari, tutti diversi fra loro,
utilizzando l’EBow e tutta una serie di effetti a pedale che vanno dai
synth al Whammy, dai phaser al delay (mandandolo in autoscillazione),
wha wha e via dicendo, utilizzandoli in maniera non necessariamente
canonica, dando vita a un marasma di deliri acustici».
Il brano è totalmente registrato da SOLO, con l’ausilio di Edoardo Di
Vietri dell’Hexagonlab Recording Studio per l’inserto di pianoforte,
mixing e mastering:
«Oltre a voce, chitarre e basso, anche le percussioni le ho
registrate da solo, in maniera alquanto peculiare, utilizzando bicchieri
(l’idea l’ho rubata da “Sing this all together” dei Rolling Stones),
pentole, cucchiai, scarponi e altri oggetti che mi dessero un suono
percussivo. Il pianoforte, invece, è stato inserito da Edoardo Di
Vietri, con cui avevo già collaborato sia con la mia band, la The
Bordello Rock ‘n’ Roll Band, che su “Stati emozionali”: lui si è
occupato anche di mix e mastering».
La grafica che accompagna “Don't shoot the piano player (it's all in
your head)” è a cura di Maria Dori Calabrese, affiancata da Raffaela
Ruocco per la parte digitale.