Maurizio Landini: “I 5 referendum per invertire la rotta: il lavoro torni al centro della politica”
Pubblicato da Rosario Moreno in Da Il Fatto Quotidiano · Venerdì 06 Giu 2025 · 1:30

Sono le ultime battute della campagna referendaria in vista del voto dell’8 e 9 giugno e il segretario della Cgil si appresta a chiudere oggi a Testaccio, a Roma.
Che percezioni lascia la campagna elettorale?
Molto buone. Ho girato tutta l’Italia, fatto iniziative nei luoghi di lavoro, nelle parrocchie, nelle università, nelle piazze. Ho visto crescere partecipazione e coinvolgimento perché il messaggio che questi referendum sono uno strumento per cambiare leggi sbagliate, fatte da governi di destra e di sinistra, alla fine è passato. Molte persone hanno affermato che, pur non votando da anni, stavolta si recheranno alle urne “perché si vota per qualcosa e non semplicemente per qualcuno”. La possibilità di raggiungere il quorum esiste.
Qual è la posta in gioco del referendum?
Se il lavoro e le persone torneranno a essere il centro della politica. Negli ultimi 25 anni ha prevalso la cultura del mercato e del profitto presentate come libertà. Invece si è determinata una precarietà nel lavoro, tra giovani e donne in particolare, e una legislazione che ha favorito un certo modello di fare impresa basato sull’appalto, le finte cooperative, le delocalizzazioni. Oggi, con il voto, questa cultura può essere messa in discussione. Se si raggiunge il quorum si certifica che c’è una maggioranza reale che chiede un cambiamento mentre, guardando ai numeri reali, né governo né opposizione possono dire di rappresentare la maggioranza del Paese.
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